“Egregio signore…”. Così era scritto sulla busta ricevuta stamattina.
Un’espressione che risponde al bisogno che tutti abbiamo – anche io – di poter essere distinti tra gli altri, dalla massa, dal gregge… appunto: ex grege.
È la tentazione di poter tirare fuori l’asso dal mazzo, di separare il mondo e le persone come si taglia una torta a fette: tu di là, tu di qua; i bianchi e i neri, i milanisti e gli interisti, i ricchi e i poveri, i buoni e i cattivi… e chissà perché dalla parte dei buoni ci siamo sempre noi. O almeno ci illudiamo che sia così.
Perché alla fine, da qualche parte nel mondo, ci sarà sempre qualcuno più buono, più bianco, più milanista di me; e che potrà dirmi: tu no, tu vai di là, tu a questo non puoi partecipare, non ne hai diritto…