Dal 6 al 9 maggio 2010 in località Rivotorto di Assisi, presso il Santuario ‘Festa della Regola’
Sono trascorsi 800 anni da quando Francesco di Assisi prese l’approvazione “orale” della Regola di vita (purtroppo andata persa) da parte del Papa Innocenzo III. Le fonti storiche sostengono che il Santo di Assisi ottenne nel lontano 1209 dal signor Papa il consenso alla sua proposta di vita che poi sarà definita come la “Protoregola”. A meglio chiarire la formazione che segnò la storia dell’Occidente cristiano ci pensò lo stesso Santo Serafico nel “Testamento” del 1226 allorquando dice: “E dopo che il Signore mi donò dei frati, nessuno mi mostrava che cosa io dovessi fare; ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del Santo Vangelo. Ed io con poche parole e semplicemente lo feci scrivere e il signor Papa me lo confermò. E quelli che venivano per ricevere questa vita, davano ai poveri tutte le cose che potevano avere; ed erano contenti di una sola tonaca rappezzata dentro e fuori, quelli che volevano, del cingolo e delle brache. E non volevamo avere di più. E dicevamo l’ufficio, i chierici come gli altri chierici; i laici dicevano o Pater noster; e assai lavoravo con le mie mani e voglio lavorare, e tutti gli altri frati voglio che lavorino di lavoro quale si conviene all’onestà. Coloro che non sanno, imparino, non per la cupidigia di ricevere la ricompensa del lavoro, ma per dare l’esempio e tenere lontano l’ozio. Quando poi non ci fosse data la ricom-pensa del lavoro, ricorriamo alla mensa del Signore chiedendo l’elemosina di porta in porta. Il Signore mi rivelò che dicessi questo saluto: il Signore ti dia pace”. Si trova scritto nel “Dizionario Francescano” che “La predicazione di Francesco e dei frati non lasciò indifferenti nemmeno gli Assisani. Tutta Assisi fu scossa, trasportata, soggiogata. Per un’ondata di amore, che trascina tutti i cuori, si spensero in una volta i dissensi e le lotte fratricide e si venne al formarsi del Patto di concor-dia tra i Minori e i Maggiori, che nel novembre 1210 fu giurato solennemente sulla piazza di Assisi”. Peraltro “Il periodo di Rivotorto” può essere considerato il “primo noviziato dell’Ordine”. E per fare gelosa memoria dell’avvenimento che ebbe a svolgersi in Rivotorto e che ha inciso fortemente sulla storia degli uomini che si sono succeduti sull’aiuola di memoria dantesca, sessanta anni or sono si volle istituire a Rivotorto, la festa della Regola. Sicuramente l’evento storico religioso-culturale del 2009 è stato motivo di attenzione da parte della città di Assisi e di tutti gli Ordini religiosi francescani maschili che hanno posto in essere una progettualità di iniziative, capaci non solo di far memoria commossa del passato, ma anche di lucida riflessione sul presente, e soprattutto di riattualizzare la proposta per il futuro
Dalla “Regola non bollata” di San Francesco d’Assisi
"Tutti coloro che vogliono servire al Signore Iddio nella santa Chiesa cattolica e apostolica: tutti gli ordini ecclesiastici: i sacerdoti, i diaconi, suddiaconi, accoliti, esorcisti, lettori, ostiari, e tutti i chierici, tutti i religiosi, le religiose, tutti i fanciulli, i poveri e i miseri, e i re e i principi, i lavoratori, i contadini, i servi e i padroni, tutte le vergini, le vedove e le maritate, i laici, gli uomini, le donne, tutti i bambini, gli adolescenti, i giovani, i vecchi, i sani, gli ammalati, tutti i piccoli e i grandi, e tutti i popoli, le genti, le razze, le lingue (Ap 7,9), tutte le nazioni e tutti gli uomini della terra, che sono e saranno, noi tutti frati minori, servi inutili (cfr. Lc 17,10), umilmente preghiamo e supplichiamo di perseverare nella vera fede e nella penitenza, poiché diversamente nessuno può essere salvo. Tutti amiamo con tutto il cuore e con tutta l’anima (Dt 6,5), con tutta la mente, con tutta la capacità e la fortezza, con tutta l’intelligenza, con tutte le forze (Mc 12,30-33) (Lc 10,27), con tutto lo slancio, con tutto l’affetto, con tutti i sentimenti più profondi, con tutto il desiderio e la volontà il Signore Iddio, il quale a noi ha dato e dà tutto il corpo, tutta l’anima, tutta la vita; che tutti ci ha creato e redento, e che ci salverà per sua sola misericordia. Lui che ogni bene fece e fa a noi miserevoli e miseri, pieni di putrido fetore, ingrati e cattivi. Nient’altro dunque si desideri, nient’altro si voglia, nient’altro ci piaccia e ci soddisfi se non il Creatore e Redentore e Salvatore nostro, solo vero Dio e che è pienezza di bene, totalità di bene, completezza di bene, vero e sommo bene, che solo è buono (Lc 18,19), misericordioso e mite, soave e dolce, che solo è santo, giusto, vero e retto, che solo è benigno, innocente e puro, dal quale e per il quale e nel quale (cfr. Rm 11,36) è ogni perdono, ogni grazia, ogni gloria di tutti i penitenti e di tutti i giusti, di tutti i santi che godono insieme nei cieli. Niente dunque ci ostacoli, niente ci separi, niente si interponga. E ovunque, noi tutti, in ogni luogo, in ogni ora, in ogni tempo, ogni giorno, senza cessare crediamo veramente e umilmente e teniamo nel cuore e amiamo, onoriamo, adoriamo, serviamo, lodiamo e benediciamo, glorifichiamo ed esaltiamo, magnifichiamo e ringraziamo l’altissimo e sommo eterno Dio, Trino e uno, Padre e Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose, Salvatore di chi opera e crede in Lui, di chi ama Lui: il quale, senza inizio e senza fine, immutabile, invisibile, inenarrabile, ineffabile, incomprensibile e ininvestigabile, benedetto, degno di lode, glorioso, sopraesaltato, sublime, eccelso, soave, amabile, dilettevole e tutto sempre e sopra tutte le cose è desiderabile nei secoli dei secoli."
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