Nel maggio 2024, durante la visita alla Delegazione di Thailandia, è stata fatta tappa nella Parrocchia di Mae Teng, nella diocesi di Chiang Mai, nel nord della Thailandia. Questa parrocchia comprende 17 villaggi abitati da diverse tribù locali, come gli Aka, i Pakagnot (Karian) e i Lahou, oltre a un gruppo di circa 350 profughi birmani cattolici appartenenti alle tribù Kayaw, Kayah e Kayan. Questi ultimi, fuggiti dalla guerra e da situazioni disperate, si sono rifugiati in Thailandia in cerca di sicurezza e lavoro.
I frati Cappuccini, tra cui fra Denchai, fra Anuchit e, in particolare fra Thavidet, hanno iniziato a sostenere questa comunità a partire da un tragico episodio: la morte di una bambina della tribù Kayaw, i cui genitori non sapevano a chi rivolgersi per il funerale. I frati offrirono immediata accoglienza, celebrarono il rito e accompagnarono la famiglia nel lutto. Da quel momento si è sviluppato un forte legame con i profughi, portando i religiosi a visitare sempre più spesso i loro villaggi, conoscendone meglio i bisogni e offrendo sostegno spirituale e materiale.
I birmani lavorano principalmente nel settore turistico, con gli uomini impiegati nell’addestramento di elefanti e le donne nella vendita di prodotti artigianali ai visitatori. Tuttavia la loro condizione resta precaria: non possiedono documenti ufficiali, ma solo un permesso di lavoro rilasciato dai datori, il che impedisce loro di accedere all’assistenza sanitaria pubblica. Durante la pandemia il turismo è crollato, lasciandoli senza mezzi di sussistenza. I frati si sono mobilitati per fornire cibo, medicinali e altri beni essenziali, garantendo al tempo stesso un accompagnamento spirituale con celebrazioni liturgiche, la preparazione ai sacramenti e un supporto costante.
Oggi la necessità più urgente riguarda l’istruzione di 45 bambini e ragazzi, che non possono permettersi le spese scolastiche, pari a circa 150 euro l’anno per ciascuno. Inoltre servono fondi per acquistare farmaci e coprire le spese mediche, poiché senza documenti ufficiali devono pagare di tasca propria ogni trattamento sanitario. Per questo abbiamo lanciato una raccolta fondi con l’obiettivo di raggiungere 20.000 euro durante la Quaresima, così da garantire un sostegno adeguato a queste famiglie per un periodo significativo. I fondi raccolti saranno gestiti direttamente dai frati, con la massima trasparenza nei confronti dei benefattori.
Un ringraziamento anticipato a tutti coloro che vorranno contribuire a questa causa. Pace e bene!