Friday, 08 March 2013
Carissimi amici, benefattori, simpatizzanti, uomini e donne di buona volonta’.
Eccomi di nuovo a Voi ad augurarvi Buona Pasqua ed ogni bene!
Lo faccio con tutto il mio cuore unitamente a tutti i beneficiati che privi di liberta’ e dignita’ umana soffrono relegati negli squallidi penitenziari: Minori, Donne, Uomini di ogni eta’ e condizione.
Voi avete reso il penitenziario meno rigido, vivibile nonostante le sofferenze e privazioni perché riescono a trovare un «conforto», che prima di essere materiale e corporale e’ morale e spirituale.
Si e’ vero, la sofferenza e’ alleviata quando la speranza non muore, quando un sorriso arriva puntuale, quando una compartecipazione e’ sentita e concretamente sperimentata.
Non importa quello che si dona quando il cuore e’ coinvolto. E quello che e’ certo e‘ che il dono e’ un vostro sacrificio che costa e priva Voi di qualche cosa a favore di chi soffre!
E’ commovente quando si pensa a questo gesto fraterno, disinteressato, e soprattutto ispirato dal Cristo che Risorgendo ha detto «andate dai miei fratelli!» «Va’ piuttosto dai miei fratelli e dì loro: ——-Maria ando’ ad annunciare ai discepoli : «Ho visto il Signore !» (Gv 20-17)
Sono sincerissimi complimenti e congratulazioni che indirizzo a voi perche’ ne sono convinto, perche’ lo meritate, ma sopratutto, ve lo ripeto, forte dell’esperienza vissuta e condivisa e compartecipata insieme a coloro che sventurati non sono… e no lo si sentono perche’ c’e’ una persona vicina che dice loro “Coraggio! Non ti abbandoneremo!”.
Ebbene, tutto questo sentono ed esprimono i nostri numerosi detenuti perche’ VOI siete loro vicini!
A voi il loro Grazie! A voi il nostro grazie umile e riconoscente perche’ rendete possibile e concreto l’amore!
Visibilmente, con l’amore sono cresciute anche le vostre generose offerte con le quali abbiamo potuto realizzare opere ed intervenire in necessita’ urgenti a beneficio dei detenuti .
Un occhio va tenuto al Bene Comune: Igiene, cibo, acqua, medicinali.
L’occhio del cappellano scopre immediatamente dove e’ il disagio ed interviene anche presso le Autorità. Quando cresce il feeling “detenuti – cappellania”, i problemi e le ingiustizie e le eccessive severita’ disciplinari – ed arbitrarie – vengono subito rilevati e notificati. E possibilmente risolti o alleviati.
E’ tacito il patto di notificare al cappellano casi di tortura (leggasi per esempio incatenamento a canguro, consistente nell’incatenare i due piedi con una mano) il soggetto e’ esattamente costretto a camminare come il marsupiale, dormire rannicchiato in quella straziante posizione che può provocare anchilosi permanenti. E’ il caso che sentiate l’urlo del cappellano presso le autorità fino a soluzione avvenuta. E chiama in causa il medico come tutore della salute dei detenuti e commissari di Giustizia e Pace per i diritti umani calpestati.
Di questo passo mille sono gli interventi grandi e piccoli per alleviare le sofferenze e vigilare perche’ non avvengano. E vi debbo dire che anche le guardie carcerarie rientrano nel sistema. Chiamano a parte il cappellano, gli sussurrano nell’orecchio una qualche ingiustizia od eccessiva punizione od abuso o forma vendicativa fuori norma, e suggeriscono la via per la soluzione. Evidente che non tutti siamo cattivi o per lo meno non tutto in noi e’ cattivo !
Grazie che ci date modo di continuare a fare del bene nel nome di Gesù Risorto, ma anche nel vostro nome che sara’ scritto nei cieli. Rallegratevi!
LE OPERE
I Minori:
Incominciate a leggervi la piccola nota spontanea scritta da un fanciullo «detenuto». (allegato).
Rimessa in ordine la cucina. Si provvede la legna da ardere e relativo cibo, principalmente riso ed olio.
La scuola interna, composta di quattro classi e cinque insegnanti, funziona a dovere, prova ne è che un documento di apprezzamento (Riconoscimento di Eccellenza Accademica) e’ giunto alla cappellania, (vedere foto allegata). Poi ci sono le classi di pratica manuale, calzoleria, sartoria, meccanica ed edilizia.
La scuola di arte culinaria quest’anno manca all’appello, ma era apprezzatissima dai minori perche’, dopo aver cucinato i piatti-menu, il preparato era per loro!
Debitamente anche lo sport ha la sua parte. I minori vengono anche aiutati presso la Corte, o si paga la cauzione per scarcerarli. Non vengono abbandonati «post carcerem» si paga loro la retta scolastica, libri, quaderni, divisa ecc. affinche’ completano il loro corso educativo.
Donne:
Per loro abbiamo rifatto docce e bagni e uno dei dormitori a regola d’arte. Sono contentissime! Almeno un po’ di ristoro in mezzo ai disagi.
Detenuti in genere:
qui non si finirebbe mai di intervenire. Come dicevo all’inizio, si tiene d’occhio il bene comune, e si interviene in caso di gravi malattie. Anche in casi di ospedalizzazione. Purtroppo ci si imbatte in casi di egoismo, invidie, ed anche quasi violenza fisica per un desiderio o necessita’ non accordata.
Nel bene comune rientra l’attività sportiva. Girone di squadre con premi finali.
La terza eta’:
Non ultimo fanno parte della nostra attenzione coloro che soffrono per l’insulto dell’eta’, aggravata dalla privazione della liberta’ e magari del non rispetto per la barba bianca!
Vi chiedo di continuare con coraggio nel nome del Signore Risorto!
Nuovamente ringraziando
Fra Gioacchino
– alcune immagini dal carcere di Bafoussam:
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