Gli anni non hanno lenito il ricordo e il dolore di quel giorno in cui ci fu annunciata l’uccisione di Mons. Luigi. L’incredulità ha lasciato il posto allo sgomento per un esito così incomprensibile e inatteso del suo ministero episcopale nella diocesi che gli era stata affidata solo sei anni prima nella terra che aveva tanto amato e studiato in quanto regione della prima espansione cristiana, l’attuale Turchia.
La sua opera di dialogo con il mondo musulmano nel rispetto non solo dato ma anche esigito, ha avuto una conclusione umanamente negativa, ma questo lo accomuna a quei tanti martiri che hanno bagnato con il loro sangue la terra in cui hanno cercato di seminare il buon seme della Parola, diventando loro stessi chicchi di grano, destinati a produrre una messe abbondante.
Nella sua omelia per il solenne funerale celebrato nel Duomo di Milano il giorno 14 giugno, il card. Dionigi Tettamanzi così ha definito Mons. Luigi: chicco di grano. Chicco di grano che porta e porterà frutto.
Vogliamo oggi riaffermare questa certezza che nasce dalla nostra fede e dall’esperienza della Pasqua appena celebrata, e ci lasciamo accompagnare dal ricordo di P. Raffaele Della Torre, allora vice-provinciale, che ha vissuto in maniera particolarmente coinvolgente quei giorni.
UNA TESTIMONIANZA
Erano circa le 14 di giovedì 3 giugno 2010 e mentre uscivo dall’ospedale di Bergamo, dove mi ero recato a visitare un confratello, fui raggiunto da una telefonata del Ministro provinciale, fr. Alessandro Ferrari. Mi disse: “hanno ucciso Luigi Padovese”; seguì un attimo di silenzio e dopo due o tre parole di smarrimento e qualche domanda, dissi “ ci vediamo a casa”.
Tornando a Milano, dopo lo smarrimento e l’incredulità, con la mente sono andato a circa due settimane prima, quando padre Luigi passò dalla nostra Curia provinciale di Milano, diretto a Lecco dove il giorno seguente, Solennità dell’Ascensione del Signore, avrebbe amministrato il sacramento della Confermazione ai ragazzi della nostra Parrocchia di Lecco. Padre Luigi mi disse che stava bene, qualche problema con i valori della glicemia un po’ alti, il che divenne occasione di battute e ricordi circa i dolcetti che non mancavano mai nella sua stanza, fin dai tempi in cui io e i miei confratelli studenti di teologia, approfittavamo in modo abbondante con la scusa di fare quattro chiacchere con il direttore, chiedere consiglio al padre Spirituale o ancora domandare spiegazioni all’insegnate di Patrologia e Patristica, tutti servizi che padre Luigi ha svolto dal 1976 al 1982 presso lo Studentato Teologico dei Cappuccini in Piazzale Velasquez.
Padre Luigi mi raccontò brevemente anche del suo ministero in Turchia, di come gli anni del suo episcopato avevano ridimensionato tante sue aspettative circa le relazioni con i fratelli Musulmani, e questo era diventato per lui motivo per lavorare in modo più autentico e paziente. Era contento dei numerosi incontri vissuti durante “l’anno Paolino”, dell’ospitalità che aveva potuto fornire a numerosi gruppi di pellegrini. Dopo un caffè ci salutammo con la promessa che prima o poi avrei aderito al suo caloroso invito di andarlo a visitare in Turchia.
Circa la vita e il ministero del vescovo Luigi molto è già stato scritto. In queste righe vorrei ricordare ciò che avvenne dopo la sua morte, dal 3 al 14 giugno, giorno in cui furono celebrate le esequie nel Duomo di Milano. L’incredulità e lo sgomento furono le reazioni che percepii trai miei confratelli e le persone che conoscevano Padre Luigi.
Dopo la notizia della morte, come spesso accade in simili circostanze, si fecero diverse ipotesi che gli organi di stampa hanno ampiamente riportato. Io ricordo che nel nostro incontro a Milano di cui ho scritto sopra, Padre Luigi mi aveva detto che, nella stessa settimana in cui fu ucciso, doveva recarsi a Cipro per incontrare Papa Benedetto XVI al quale doveva consegnare una importante documentazione. Padre Luigi poche ore prima di essere ucciso disdisse l’incontro con il Papa. Le motivazioni della disdetta non sono note, si parlò di motivi di salute, io ricordo come Padre Luigi attendesse questo incontro e con quanto lavoro e impegno lo stesse preparando.
Con il Ministro provinciale siamo stati vicini ai parenti, con i quali siamo andati ad accogliere la salma all’aeroporto di Milano Malpensa, abbiamo composto il corpo nel salone del convento di Viale Piave. Molta gente sgomenta visitava la salma, pregava e nella preghiera, negli sguardi e nelle parole si avvertiva come sussurrata la domanda: perché?
Di tutti gli incontri e gli eventi vissuti in quei giorni ne voglio raccontare uno che è rimasto scolpito nella mente e chiedo perdono se qualcuno ne rimarrà un po’ impressionato.
Dopo che la salma giunse all’aeroporto della Malpensa, il corpo di P. Luigi fu portato all’Obitorio Civico di piazza Gorini a Milano per eseguire l’autopsia e io seguii la salma. Il medico che ci accolse fece deporre il corpo di Padre Luigi sul tavolo dove si sarebbe proceduto all’autopsia. Io ero rimasto all’esterno della sala. Il medico mi disse “padre entri: se la sente?”. Io entrai, il medico mi disse ancora: “dica una preghiera” e io pregai il Padre nostro, gli addetti spogliarono il corpo di padre Luigi che era rivestito dei paramenti liturgici per la celebrazione dell’eucaristia, e vidi quel corpo che due settimane prima avevo abbracciato fraternamente, trafitto da 27 colpi di arma da taglio e la testa era affrancata al collo con un filo di spago. Io e il medico ci guardammo siamo rimasti in silenzio immobili. Poi il medico con estrema gentilezza e delicatezza mi ha congedato e ricordo che mi disse: “è tutto evidente. Coraggio padre”.
Sono trascorsi 10 anni da quei giorni e il ricordo è ancora vivo. Il vescovo di Iskenderum Mons. Paolo Bizzetti, successore di mons Luigi, in occasione del decimo anniversario della morte ha organizzato una serie di celebrazioni e incontri. All’evento era prevista la presenza di S.E. Card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali. La pandemia del “coronavirus” quasi sicuramente non permetterà la realizzazione dell’evento, che mi auguro possa essere celebrato in altra data.
Onoriamo la memoria di Mons. Luigi con la preghiera in modo particolare per la Chiesa in Turchia e perché il dialogo intereligioso per il quale mons. Luigi ha donato energia e competenza, possa generare frutti di pace, di riconciliazione e di promozione umana soprattutto per i più poveri e i più deboli.
Fr. Raffaele Della Torre Ofm Cap.