Francesca Marchesi è stata volontaria con i Missionari Cappuccini nella missione di Asco in Etiopia e ora sta vivendo un anno da volontaria In Togo, nella missione di Kolowarè insieme alle suore di Nostra Signora degli Apostoli, in un dispensario dove si curano malati di Hiv e malnutriti.
Ciao!
Qui in Togo nel dispensario sono successe un sacco di cose belle e anche un sacco di cose brutte, ma che stanno incominciando ad entrare a far parte della mia quotidianità. Spero con questo di non abituarmi a nessuna delle due e continuare a guardare tutto quello che mi circonda con gli occhi di chi è appena arrivato…
Beh partirò dalle cose brutte per poi farvi sorridere con le cose belle e poi farvi morire dal ridere con qualche aneddoto!!!
Questa settimana è morta Aisha, una ragazza della mia stessa età con cui ho lavorato da quando sono qui. E’ stato veramente difficile perché è stata una delle prime donne con cui ho iniziato a lavorare, ed era entusiasta sia del nuovo regime alimentare ma sopratutto dello "sport" e dei massaggi. Le prime persone che conosci in un posto nuovo e che ti accolgono come se fossi di famiglia, sono le persone a cui ti leghi di più e lei era una di queste. In questo mese e mezzo ci siamo viste quasi tutti i giorni, per lavorare insieme o anche solo per un saluto o per un sorriso. E un suo sorriso valeva veramente tanto, quindi è stato veramente dura vederla peggiorare e vederla sul punto di morire…
Poi la famiglia ha deciso di portarla a casa e quindi non è morta al dispensario, ma questo non ha fatto si che fosse meno dolorosa la sua morte!!!
I giorni in cui muore qualcuno sono così tristi, sembra quasi che al dispensario ci sia più silenzio, che nessuno abbia molta voglia di parlare, e che si faccia un po’ di raccoglimento per quella persona. Non so se sia una cosa che avviene realmente o se sono io che mi sento così e lo proietto sulla realtà che mi circonda, cogliendo solo gli aspetti che in quel momento rappresentano di più quello che provo.
Mi spiace rattristarvi, ma non mi sembrerebbe giusto parlare di tutte le altre cose belle che mi succedono (spero che anche a voi alla fine sembri di più un racconto di gioia che di tristezza), tralasciando quelle brutte con cui devo fare i conti.
Passiamo alle cose belle, che vi faranno sorridere!!!
Allora grazie alle bolle di sapone riesco a conquistare anche i bimbi che all’inizio hanno paura di me e anche se poi non hanno il coraggio di avvicinarsi troppo, almeno non piangono disperati!!!
Domenica scorsa sono andata col padre a salutare gli chef, che sfortunatamente non sono dei bravissimi cuochi, ma sono i capi dei villaggi…
Ho passato così tutta la domenica andando a fare visita a sei chef di diversi villaggi; siamo andati con due signori perché non sempre gli chef parlano il francese e quindi c’era bisogno di un interprete. Il padre è andato a fare visita agli chef per augurargli un buon anno, ricco di salute e tanta saggezza, perché per riuscire ad essere un buon capo villaggio, e mettere d’accordo tutti quanti, ce n’è bisogno… Trovo che sia molto bello che il padre cattolico sia andato e abbia un così bel rapporto con i capi villaggi che sono tutti mussulmani. In certe occasioni si è detta anche una preghiera.
E’ stato molto bello girare tra gli chef, perché mi sono avvicinata alla vita della gente, entrando nelle loro case, sedendomi con loro, avvicinandomi un po’ di più alla loro vita di tutti i giorni, una vita molto povera e semplice, ma ricca di sorrisi e di gioia…
Fa ridere che uno pensa allo chef come una persona ricca, con una casa bella grande invece qui è sì ricca, ma la ricchezza che ha è il rispetto e la saggezza… a livello di cose materiali vive come tutti gli altri, in mezzo a tutti gli altri…
Nei villaggi ho avuto l’occasione di essere perennemente circondata e seguita da una miriade di bambini, e come già mi è capitato ho suscitato un sacco di emozioni diverse, paura, terrore, gioia, curiosità.. sarebbe interessante vedere cosa sia a determinare una reazione piuttosto che un’altra, chissà se sarà indicativo riguardo agli adulti che diventeranno..
Comunque questi bambini hanno la capacità di suscitare in me una gioia profonda, non ho ancora ben capito il come e il perché, ma solo a vederli mi viene da sorridere…
Questa settimana, un’altra ragazza, Zenabu, mamma di una bimba bellissima di 6 mesi, è stata dimessa… settimana prossima deve tornare per il controllo per vedere come procede!!! Speriamo in bene, perché anche lei quando è arrivata stava veramente male, e ora sta bene, cammina bene senza bastone e riesce ad occuparsi di sua figlia…speriamo che prenda bene i medicinali così da non avere ricadute…che poi spesso diventano fatali.
Ho un nuovo paziente..si chiama Bashad…ha sette mesi, e non riesce a stare seduto…Poverino lui non ha nessun problema motorio, e più che lavorare con lui dovrò lavorare con la mamma… Questo frugoletto di 4 chili e mezzo era malnutrito, ed ora sta molto meglio e sta mettendo su peso, però lo vedi che i muscoli non ci sono ancora, o non sono ancora forti ma la mamma lo tiene sempre sdraiato o sulla sua schiena, cosa che non lo aiuta a sviluppare i muscoli… Dovreste vederlo come è bello e bravo!!! Sta in braccio senza problemi..dopo i primi 5 minuti di pianto non ha più pianto, neanche quando una volta la mamma se n’è andata per mezz’ora (io ho avuto seriamente paura che se ne fosse andata via lasciandomi suo figlio, mentre il bimbo era più tranquillo di me).
Non lo vedo da due giorni: domani, anche se è domenica, voglio passare a trovarlo!!!
Venerdì è stata una super giornata invece, cioè sono tutte super giornate, ma venerdì è stata una giornata particolarmente intensa come avvenimenti ed emozioni…
C’era la celebrazione della giornata mondiale dei disabili (la giornata è il 3 dicembre ma non c’erano i fondi per quella data e allora è stata fatta venerdì la manifestazione).
Sono andata con le suore NDA di Sokodè che hanno organizzato il tutto… però era a Bassar, a una sessantina di chilometri da Sokodè…
Quindi da Kolowarè ho preso un mototaxi alle sei e mezza, e per la prima volta nella mia vita ho fatto un viaggio intero senza casco… Il conducente scelto dal fidato Pascal è stato molto bravo ed ha guidato molto bene (ero un po’ preoccupata perché qui guidano veramente male, e al dispensario ogni tanto arriva la gente per incidenti in moto e diciamo che non sono mai in ottima forma…)
Al ritorno ho preso un mototaxi, il primo che è passato, che a metà strada ha incontrato il figlio che tornava dal lavoro e passava per kolowarè e allora sono andata con lui fino a casa…Il viaggio fino a Bassar è stato movimentato, e per fortuna eravamo su una jeep nuova… però è stata una bella gita ed ho visto anche un paesaggio un po’ diverso…
La giornata aveva lo scopo di sensibilizzare la comunità verso le persone disabili, per riconoscerli come persone, accettarli e aiutarli a fare i percorsi di studi come gli altri rivolgendosi alle varie ong che lavorano sul territorio con queste persone. Quindi c’è stata una marcia, e poi ci sono stati vari discorsi (sindaco, suora, presidente associazione di Bassar). Ci sono state delle scenette fatte dai ragazzi disabili di Bassar e una testimonianza molto bella di una ragazza che riportava come, grazie al coraggio della madre che aveva lottato per lei, lei aveva potuto studiare e oggi faceva la sarta (qui è uno dei problemi più grossi è l’abbandono o il rifiuto dei ragazzi disabili in primo luogo da parte della famiglia).
Dopo una sosta al mercato dell’ignam dove, come ad ogni mercato, ho assistito a scene veramente fantastiche, siamo andati a mangiare in un bar/ristorante con musica e c’era un cous cous e maccheroni, con un pezzo di coscia di pollo , da mangiare con le mani… E’ stato più facile di quanto pensassi: sarà che l’Etiopia mi ha preparata bene a questa prova…
E con questa perla…vi lascio con un sorriso!!!
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