Carissimi Amici,
per scrivere questo messaggio mi sono alzato nel cuore della notte, un po’ perchè le ore diurne non mi bastano mai per fare tutto; e poi perchè vorrei “provare” un po’ dell’amarezza del dramma vissuto da quei due giovani sposi venuti nottetempo a Betlemme dalla lontana città di Nazaret e dalla Galilea perchè così aveva ordinato Cesare Augusto, re di Roma, e costretti a cercare rifugio in una stalla, con le bestie, “perchè non c’era posto per loro nell’albergo”. “Immedesimarmi” per quanto possibile nella sventura di quella giovanissima madre che dà alla luce il suo figlio promogenito, senza levatrice e senza incubatrice, costretta ad adagiarlo sulla paglia pungente della mangiatoia, avvolto in poveri stracci; “mettermi nei panni” di quel povero sposo messo in una situazione di così grande imbarazzo per l’incapacità di non riuscire a trovare di meglio di una stalla per una sposa presa dalle doglie del parto: “Che sposo sei, Giuseppe! Vergogna!”, pare gli gridino all’orecchio migliaia di persone.
Cose da farti gelare il sangue nelle vene! Un bambino! Il reggitore del mondo! Al freddo e al gelo!
L’anno che sta per chiudere, è l’anno del profugo per eccellenza: Africa, Siria, Afganistan, possiamo dire che si siano svuotate delle loro popolazioni a causa dell’esodo in massa verso l’Europa.
Proprio in questi giorni è arrivato in Europa il milionesimo profugo. L’Eritrea è stata classificata terza per numero di profughi, perciò potete immaginare il mio stato d’animo mentre vi scrivo. Gente che fugge per mettere in salvo la vita da guerre e fame; in cerca di libertà; in cerca di sicurezza; sogni che spesso annegano nel profondo degli oceani insieme a chi li aveva concepiti.
L’Anno che sta per chiudere possiamo chiamarlo l’anno della “terza guerra mondiale, ma a pezzi”, come l’ha definita Papa Francesco. Quanto odio, quanta sete di vendetta, quanto sangue versato, quante vittime!
L’Anno vecchio chiude i battenti buttando addosso a quello nuovo tutto il peso dell’incognita di come sarà il futuro dell’uomo. I grandi del mondo, i reggitori delle sorti dell’uomo, sono convenuti a più riprese, a più livelli e in svariate sedi, per creare barriere, per frenare l’avanzata delle orde barbariche, dei tagliatori di gola, dei kamikase: tutto e sempre in nome di Allah! Il mondo civile si è svegliato: lo speriamo; il mondo civile si è coalizzato: lo speriamo; il mondo civile si è organizzato per contenere e debellare l’avanzata delle milizie di morte: lo speriamo!
L’Anno, questo che finisce e quello nuovo, fanno un tutt’uno con il Giubileo Straordinario della Misericordia. Sì, perchè è solo nella misericordia e nel perdono che sta il vero bene dell’uomo, la garanzia di un’esistenza felice. Vogliamo celebrare il Natale e accogliere l’Anno Nuovo con questo appassionato desiderio di un ritorno di un’era di giustizia e pace. Tutto è possibile se tutto è affidato a Dio che non abbandona l’uomo al proprio destino: “la sua mano non è troppo corta da non poter salvare; nè tanto duro il suo orecchio, da non poter udire” Is. 29, 1.
“Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine” Isaia, 9,5s.
Gesù, “il volto della misericordia del Padre”, voglia farci ricchi della Pace che è venuto a portarci in questo mondo come dono della sua Nascita. E perchè non siano solo pii desideri i nostri, mettiamoci anche un po’ del nostro.
Vorrei che queste parole di augurio giungessero gradite a tutti i nostri amici sparsi per il mondo, insieme al nostro grazie per il molto bene che ci volete e fate per noi!!!
Fra Protasio