Ecco la testimonianza di Vito, che ha fatto diversi viaggi in missione come volontario e in una di queste esperienze ha conosciuto dal vivo le due bambine che egli aiuta attraverso il sostegno a distanza dei Missionari Cappuccini.
Le ore vissute con loro, i momenti trascorsi insieme saranno per lui un ricordo indelebile…
“Torno come volontario in Costa d’Avorio… Ero già stato nel paese 2 anni prima, ospite con altri tre volontari del convento di Alèpè – una trentina di chilometri da Abidjan. Ora la mia destinazione è Zouan Hounien, distante circa 800 km dallo scalo aeroportuale, nei pressi del confine con la Liberia. E’ una zona agricola tra le più povere del paese.
Tante sono le cose che mi aspettano per questo mio periodo di vita con i frati, ma c’è qualcosa che è destinato a lasciare un segno ed un ricordo molto personale: Fra Gianluca mi ha confermato che avrò l’opportunità di incontrare le mie due bimbe, che da qualche anno seguo con il sostegno a distanza, e che vivono proprio in quella zona.
La mattina prevista per l’incontro mi avvio verso la struttura del sostegno a distanza che si trova a poca distanza dal convento. Gli operatori locali hanno organizzato l’incontro per quella mattina, facendo in modo che le due bimbe con qualche familiare venissero lì direttamente; non sarà per loro una sorpresa, perché la presenza dei due volontari italiani è sicuramente già nota un po’ a tutti.
Ho concordato con Fra Gianluca che le porterò al mercato per qualche acquisto e per questo mi faccio accompagnare da uno dei frati in formazione, che mi darà una mano a gestire i rapporti commerciali, in quanto i prezzi sono in funzione dell’acquirente ed io sono valutato come uno che può spendere.
Le mie piccole bimbe sono Joelle, la più grande, che ha dieci anni ed ha frequentato con successo il quinto anno della scuola primaria (sono sei anni sul modello francese). L’altra è Grace, che ha un anno in meno ed è stata ammessa quest’anno al quinto livello.
Vengono da due sobborghi diversi, distanti fra loro qualche chilometro e sono venute con il sistema di locomozione tradizionale, ovverosia a “piedi”. Grace è accompagnata dalla seconda madre; Joelle è con i nonni, essendo orfana di entrambi i genitori.
Come previsto ci avviamo al mercato percorrendo qualche centinaio di metri verso il centro della cittadina.
Ho il piacere di condurle per mano una a destra ed una a sinistra e loro sono particolarmente felici di questo, anche perchè non è normale abitudine che gli adulti lo facciano con i bambini. Cerco di farmi dire qualcosa, ma le sento molto timorose e rispondono solo con brevi cenni.
Facciamo un po’ di acquisti qua e là, dovendo trovare per ciascuna delle bimbe la stessa cosa che abbiamo già trovato per l’altra – a parte la piccola differenza di età, hanno una struttura fisica molto diversa e non è semplice trovare la giusta taglia -. Seguiamo le indicazioni del mio aiutante frate che vedo ben abituato anche a gestire la trattativa economica, che è parte integrante di qualsiasi acquisto, anche il più modesto e con il concorso della mamma e della nonna, per la scelta di quello che meglio si può adattare alle bimbe.
Riusciamo così ad acquistare un paio di vestitini, le scarpine, le infradito di plastica, un nuovo telo per dormire, ed altre cose di utilità corrente per le ragazzine.
Il tempo passa velocemente ed oramai siamo a fine mattinata; tra poco dovrò lasciare le mie bimbe per rientrare al convento per il pranzo. Dopo tanti piccoli acquisti di cose utili mi viene naturale chiedere direttamente alle bimbe se c’è qualcosa che possa loro piacere, o di particolarmente desiderato. Alla mia domanda rimangono un poco pensierose, poi sento che la più piccola sussurra qualcosa, quasi con timore. Mi faccio ripetere nuovamente quello che ha detto e l’indicazione che ricevo mi lascia completamente spiazzato, anche perchè l’altra bimba subito conviene che anche lei vorrebbe la stessa cosa. L’oggetto del desiderio è nientemeno che un “Brosse a dents” (spazzolino da denti). Mi accorgo, pur avendo già fatto un po’ di esperienza di volontariato, quanto sono ancora lontano dalla realtà che mi sta intorno e come possa essere oggetto di desiderio qualcosa che nella nostra realtà quotidiana viene dato per scontato.
Ci mettiamo allora alla ricerca degli spazzolini e relativi… dentifrici, ma la cosa non è così immediata, dobbiamo girare parecchie bancarelle e negozi, che vendono prodotti per l’igiene personale, prima di riuscire a trovare da una parte due spazzolini adatti alle bimbe e da un’altra due buoni dentifrici.
Qualche foto ricordo prima di lasciarle, con la promessa di farle avere loro al mio rientro in Italia.
Un grosso bacio e le stringo forte. Le vedo allontanarsi verso le loro case e poi via con il fraticello si ritorna al convento. E’ stato bello averle con me per tutta quella mattinata e me ne porterò indelebile il ricordo.
Questa è solo un piccola parte dell’esperienza in Costa D’Avorio…. Le persone, le sofferenze, i problemi, ma anche il loro sorriso quando li ho avvicinati, mi fanno pensare e credere che…se ci mettiamo il cuore si può costruire qualche cosa di Buono!”