E’ il caloroso appello di padre Antonio, parroco a Zouan-Hounien in un territorio che è stato oggetto di forti contrasti e dove ancora, sebben in maniera ridotta rispetto a un tempo, si combatte ancora contro la terribile piaga di Burulì. Ci sono ancora tanti malati, l’appello alla generosità è ancora valido.
Carissimi amici che da anni sostenete il progetto dell’Ulcera di Buruli, e a voi nuovi interessati a questo impegno umanitario, innanzitutto grazie per il vostro costante aiuto. Rispondo immediatamente ad una domanda che mi viene spesso rivolta: certo che questa malattia tropicale non è ancora sparita, come d’altronde la lebbra, nella nostra zona di Zouan-Hounien.
All’Ospedale della cittadina africana si danno il cambio sempre una decina di ammalati: uno se ne va, a volte dopo un anno, e due altri iniziano le cure. Nello stesso padiglione riparato da noi qualche anno fa ci sono pure i lebbrosi, e alcuni vengono anche per consultazione della Tubercolosi. Secondo gli specialisti queste tre malattie mortali hanno un ceppo comune: si usano infatti gli stessi antibiotici potentissimi ma con dosi diverse per le rispettive cure.
Per noi poi la grande spesa riguarda la cura della piaga, che è sempre molto vasta e richiede un trapianto di pelle una volta che la piaga è pulita e la cura di antibiotici di 2 mesi è terminata. Per questo si passa a Zoukougbeu, a circa 300 km, dove un Centro creato da Suore Canadesi procede al trapianto della pelle. Qui è richiesta una partecipazione della famiglia, più un parente che assiste l’ammalato. Dopo il trapianto ritornano ancora da noi e rimangono fino a che la ferita dell’intervento chirurgico sia perfettamente guarita.
A volte tutto il percorso per arrivare alla guarigione dura anche più di un anno! Noi paghiamo, grazie al vostro aiuto, tutte le medicine e il riso e la legna per preparare da mangiare. I parenti cercano di aiutare per il cibo, ma a volte interveniamo direttamente anche noi. Ai malati della piaga a volte si aggiungono anche i lebbrosi in quanto non sempre ricevono l’aiuto previsto dal Programma Nazionale, e anche per le medicine diamo sempre un aiuto, se ci sono i mezzi.
Il mio è un caloroso invito affinchè il vostro impegno per queste persone povere e ammalate possa continuare ricordando la parola di Gesù in Matteo 25: Ogni volta che lo avete fatto a uno di questi piccoli, è a me che lo avete fatto… Quale grande ricompensa ci aspetta per un atto di carità fatto con gioia! Grazie.
Fra Antonio Forchini. Parroco e Guardiano a Zouan-Hounien