Nel convento di Mersin continuano ad essere ospitati numerosi sfollati, tra cui bambini e ragazzini (anche un bambino di 2 mesi che ha perso il padre) che occupano tutto il secondo piano e parte del salone a piano terra. Le persone sono chiaramente traumatizzate, perché continuano le scosse, anche se di minor intensità, sia lì che in tante altre zone, alcune ancora superiori al 5° grado.
L’aiuto che viene loro dato, oltre all’ospitalità, riguarda vestiario, e pasti completi. Stanno comunque facendo un bellissimo lavoro e dando una testimonianza esemplare.
I frati vivono tutti i giorni insieme ai terremotati i momenti dei pasti e sono sempre a disposizione per tutte le esigenze e imprevisti e per gestire le inevitabili tensioni.
Ad Antiochia invece la situazione è più drammatica soprattutto dopo le ultime scosse. I soccorsi stanno cominciando a liberare alcune zone del centro dalle macerie ma ci vorranno mesi o forse anni. Antiochia è una città fantasma, le persone sono quasi tutte andate via, perché tutto è crollato e ciò che è rimasto in piedi, degli edifici, dovrà essere demolito. Anche del convento solo una piccola parte sembra esternamente in buono stato, mentre sono invece crollati molti muri, soprattutto dopo la terza forte scossa.
È il momento dell’emergenza e del pronto intervento per portare soccorso alle numerosissime persone in vario modo colpite dalla catastrofe. Aiutiamo le popolazioni colpite dal sisma in Turchia e Siria attraverso i missionari presenti sul posto.
Facciamo appello alla generosità degli amici di Missionari Cappuccini.