Riceviamo da fra Adalberto Jiménez Mendoza, Custode dei Cappuccini dell’Ecuador
Quito (Ecuador), Venerdì 22 aprile 2016
Il terremoto si è verificato il 16 aprile 2016, alle 18:58 (orario in Ecuador), con epicentro tra Pedernales e Cojimies della provincia di Manabi, con una magnitudo di 7,8 Mw.
È il più forte terremoto sentito nel paese dal terremoto in Colombia del 1979, e il più letale in Ecuador dai terremoti del 1987. Le onde sismiche sono arrivati nel sud-ovest della Colombia, e si sono sentite in città di quel paese come Cali, Pasto, Popayan e Neiva, e sul confine del Perù con l’Ecuador in città come Tumbes, Piura, Cajamarca, Lambayeque e Amazonas.”
Fino ad oggi, ufficialmente, si sono registrati 587 morti, numero che tende ad aumentare perché molti corpi sono sepolti sotto le case e gli edifici crollati.
Il terremoto ha causato il crollo di edifici e abitazioni. Ad ogni passo si vede il dolore della gente per la perdita dei propri cari e della casa. È molto difficile trovare qualcuno che non abbia perso un parente. Anche l’odore di morte (decomposizione dei corpi) è presente in molti luoghi.
A causa del terremoto i siti colpiti sono senza i servizi di base, senza acqua potabile, senza elettricità e molti dei canali fognari sono stati distrutti. Questa realtà è ciò che oggi colpisce più gravemente le persone. A questo bisogna aggiungere anche la carenza di cibo. Molte persone vagano per la città alla ricerca di qualcuno che possa dare un po’ di cibo e di acqua.
A causa degli edifici che crollano, non ci sono ospedali ma centri di assistenza sanitaria in tende di fortuna ed è notevole la mancanza di medicine. Siamo preoccupati perché qui il clima è caldo e c’è bisogno di molta idratazione, e inoltre ci preoccupa anche che possano sorgere epidemie e malattie. Ho camminato per le strade della città di Portoviejo e per i villaggi, così come anche il contatto con le stesse persone, mi hanno colpito la durezza e il dolore del quadro umano, e mi sono sentito piccolo e impotente di fronte a questo girone dantesco.
I Cappuccini hanno fraternità nella zona del disastro: le fraternità di Guayaquil, Playas de Villamil e Portoviejo. Di questi, la più colpita è quella di Portoviejo. I confratelli della Fraternità di Portoviejo stanno bene, grazie a Dio. Non abbiamo confratelli che sono morti o che hanno riportato ferite o traumi. La casa della fraternità di Portoviejo ha subito danni strutturali. In Portoviejo abbiamo in carica anche una cappella abbastanza grande, e alcune delle sue pareti hanno crepe e sono in pericolo di crollare. Di una grande sala, dove davamo da mangiare a figli di famiglie di basso reddito, due pareti sono crollate. Tuttavia continuiamo ad usare questa sala per nutrire i senzatetto e i soccorritori volontari.
Il terremoto è stato avvertito in quasi tutto il territorio ecuadoriano. Dal primo momento in cui si è appreso dell’epicentro e dei luoghi interessati, sono stati diversi i frati cappuccini in Ecuador che si sono offerti di accompagnare e dare il proprio aiuto in questo o quel luogo dove si rende necessario. Come Custodia dell’Ecuador, abbiamo deciso: che le fraternità mettano a disposizione uno o due confratelli in modo che possano andare nella zona del disastro e prestare il loro aiuto in base alle esigenze. Quindi, sono già diversi i confratelli che sono andati e accompagnano la gente nel loro dolore e nelle esigenze.
Come scritto sopra, nella sala nella quale prima davamo da mangiare ai figli di persone con basso reddito e della quale sono caduti due muri per il terremoto, stiamo dando da mangiare a persone senza fissa dimora e volontari in aiuto, che sono in media tra 1.000 e 1.600 persone, dando (3 volte al giorno) alimenti preparati: al mattino (prima colazione), a mezzogiorno (pranzo) e sera (spuntino).
I frati cappuccini sono inoltre presenti non solo nel nostro convento e nella cappella, ma anche al di fuori di essi, visitando i villaggi che presentano scenari davvero desolanti. Anche lì, secondo le nostre possibilità, inviamo donazioni.
I frati cappuccini sono impegnati a rianimare la vita dei sopravvissuti, incoraggiare e consolare, dando testimonianza di fede, anche in mezzo a queste realtà umane dure e dolorose.
Vi ringraziamo fratelli per la vostra preoccupazione e il senso fraterno di solidarietà.
I bisogni oggi sono tanti e col tempo tendono ad aumentare. Se avete intenzione di collaborare con noi, mille grazie in anticipo.
Cordiali saluti, nel fondamento del nostro amore Fraterno. PAZ Y BIEN
Fr. Adalberto Jiménez Mendoza, Custode – Fraternidad “María Inmaculada”
Questo terremoto dimenticato dal mondo, quasi nessuno ne parla più, coinvolge noi frati cappuccini e chi condivide l’ideale francescano e missionario in un’opera di solidarietà fraterna.
Questo dramma ci chiede di vivere in maniera concreta il Giubileo della Misericordia nelle varie opere di misericordia corporali e spirituali attraverso il sostegno ai frati cappuccini dell’Ecuador.
Il frutto della nostra condivisione permette ai frati locali di portare cibo, medicine, consolazione e speranza a chi è rimasto colpito dal terremoto.
Ogni piccolo contributo diventa molto importante per loro, puoi effettuare la tua donazione con causale: “Terremoto Ecuador”.
BANCA PROSSIMA – IT 85 U 03359 01600 100000119289 – MISSIONI ESTERE CAPPUCCINI ONLUS
Ringraziandoti per quanto potrai fare. Pace e bene
fra mauro miselli
segretario provinciale missioni estere frati cappuccini di Lombardia