Fra Giorgio nella sua visita alla missione in Thailandia è stato a stretto contatto con alcuni missionari, italiani e locali, ed ha chiesto loro di raccontarci le origini della loro vocazione e dell’avvicinarsi al carisma cappuccino
Sono fra Giorgio Peracchi e sono stato in Thailandia qualche mese fa. Ho avuto modo di parlare con i frati giovani, che mi hanno raccontato come hanno conosciuto i frati.
Francesco, giovane di 21 anni, parlami della tua esperienza
Sono stato un seminarista diocesano, della diocesi di Ubon Ratchathani. Nei primi anni del seminario ho cercato un libro per conoscere la vita del santo di cui portavo il nome. Ho letto le biografie da Tommaso da Celano in cui si parlava di san Francesco. Erano biografie tradotte in Thailandese dalle Clarisse, e poi pubblicate da un frate minore. Nell’ultima pagina del libro c’era un elenco dei francescani e francescane presenti in Thailandia. Ho provato a chiamare i Frati Cappuccini, ma non rispondeva nessuno, perché il numero di telefono era vecchio. Una mia zia suora, salesiana, si è informata e alcune sue consorelle conoscevano fra Ekamai. Così, tramite lui, ho incontrato fra Matteo, frate incaricato per la pastorale vocazionale. Ho comunicato ai sacerdoti del seminario che avrei desiderato conoscere meglio i frati cappuccini. Ero in quarta media (in Italia, la prima superiore) e i sacerdoti mi hanno detto di aspettare fino alla sesta. Poi, finalmente, sono andato dai frati, un anno come aspirante a Sampran e poi postulante a Bangtan. Mi ha affascinato vedere i frati che gestivano ogni cosa della casa in cui vivevano. Ho incontrato fra Walter (missionario in Thailandia dal 1988) che, oltre al suo ministero di frate e sacerdote, faceva con noi i vari lavori per la casa. Addirittura gestiva i conigli e lavava i piatti. Ho per questo chiesto di poter iniziare il cammino di frate. I miei genitori, che lavorano nelle risaie, sono contenti.
Ho chiesto anche ad Antonio, anni 23, di parlami della sua vocazione
Sono di un villaggio nel Nord della Thailandia, e qualche anno fa ho visto che alcuni miei amici andavano a vivere un campo vocazionale con i frati cappuccini. Quando mi raccontavano quello che vivevano in convento mi piaceva, e così anche io ho chiesto di poter partecipare a questi campi vocazionali. Ne ho vissuti tre a Samphran, e quando sono sceso per il terzo sono rimasto in convento. Anche io sono stato attratto da come i frati vivevano. Tutti insieme pregavano, mangiavano, lavavano i piatti, pulivano il convento. Fra loro ho visto familiarità e gioia. Per questo ho chiesto di poter iniziare anche io a vivere con loro.