I frati della missione in Thailandia ci raccontano l’evoluzione della pandemia in quel Paese e le scelte e le strategie introdotte per tentare di arginare il più possibile la sua evoluzione. I n questi ultimi mesi di diffusione del virus Covid-19, la Thailandia ha subito molti contraccolpi a livello economico e nella vita quotidiana della popolazione, in tutti gli aspetti della vita, in ogni gruppo sociale, inclusa la Chiesa cattolica, e in tutte le regioni della nazione. La diffusione del virus ha causato molte difficoltà nella esistenza dei thailandesi ed ha introdotto un nuovo stile di vita (new normal), ha costretto a cambiamenti di comportamento, a ritardare molti impegni, a mantenere le distanze sociali, a difendersi dal contagio e a stare attenti. Nello stesso tempo in questo periodo da parte del governo e dei privati ci sono stati interventi di aiuto e condivisione che hanno rafforzato la concordia e la collaborazione tra tutte le parti della società. La situazione della pandemia Covid-19 in Thailandia è migliorata anche perché i governanti si sono affidati ai consigli di esperti nel settore sanitario e hanno emanato provvedimenti molto rigidi per tutti i connazionali e per gli stranieri, ha proclamato lo stato di emergenza nazionale che è terminato alla fine di luglio (ma poi è stato di nuovo introdotto). Questi alcuni provvedimenti presi: • Sospensione di tutti i voli internazionali e dell’ingresso in Thailandia, consentito il rientro solo a gruppi o persone autorizzate • La quarantena obbligatoria per tutte le persone provenienti dall’estero • Controlli sanitari nelle stazioni ferroviarie e terminal degli autobus • La chiusura di centri di servizi vari, delle scuole e di tutti i luoghi di possibile affollamento • Il controllo e la schedatura delle persone partecipanti ad eventi pubblici (es. celebrazioni civili, religiose ecc.) • Uso delle mascherine sanitarie nei luoghi pubblici Tutto questo viene vissuto nella concordia e nella collaborazione. Dopo il mese di giugno i contagi nel Paese sono diminuiti, non ci sono stati nuovi contagi tra i residenti in Thailandia e i pochi registrati sono di persone provenienti dall’estero. Non ci sono morti da alcuni mesi. In base a questi dati positivi i thailandesi hanno ripreso la vita nella quasi normalità, secondo lo stile nuovo richiesto dalla prevenzione e il controllo della pandemia. La Chiesa ha seguito le indicazioni del governo e dal mese di giugno ha riaperto le chiese ai fedeli, con tutte le precauzioni richieste come la distanza sociale, la registrazione dei partecipanti alle celebrazioni. I fedeli un poco alla volta stanno ritornando alla frequenza delle celebrazioni, le parrocchie stanno gradualmente riprendendo le attività pastorali e noi frati cappuccini incominciamo di nuovo ad avere impegni di ministero. Anche le scuole hanno iniziato l’anno scolastico nel mese di luglio, compreso il Seminario Maggiore di Samphran dove studiano i nostri candidati. Concludendo, la situazione è migliorata, ma l’economia non si è ancora ripresa, ci sono molti disoccupati e molti sono i casi di suicidio di persone disperate. I thailandesi hanno capito la gravità della situazione e si sono impegnati a creare più armonia, ad ascoltare i medici e l’autorità civile in modo rigoroso perché tutto un poco alla volta ritorni alla normalità. Ringraziamo il Signore per il suo aiuto in questo tempo di prova causato dalla pandemia Covid-19.