Anche qui in Africa, ci dicono i nostri fratelli Abidjanesi, il tempo è impazzito. E mentre in Italia ormai a fine aprile l’inverno non vuole andarsene, in Africa il caldo torrido non ha intenzione di cedere il passo alle piogge ristoratrici. Ecco quindi che al nostro arrivo siamo stati accolti da un sole che spaccava le pietre e da un’umidità non inferiore al 90% che a tutt’oggi persistono.
Grande stima ho avuto nei confronti dei nostri frati missionari che continuano instancabili il loro lavoro in favore dei poveri in queste situazioni climatiche senza mai lamentarsi, come se lavorassero per tutto l’anno in agosto nel centro di Milano. Io invece il caldo l’ho molto sofferto e con me i miei due compagni di viaggio: fra Alessandro Ferrari, Ministro Provinciale e Fra Sergio Pesenti, uno dei suoi consiglieri.
Come al solito il calendario della visita fraterna è stato molto serrato e intenso. In quindici giorni abbiamo visitato tutte e tre le missioni in cui siamo presenti e considerando che quella più lontana è a 10 ore di auto (se le strade sono buone) è detto tutto. Durante la visita poi il lavoro più difficile è toccato al Ministro Provinciale, che ha parlato con ogni singolo frate aiutato dal traduttore di fiducia fra Sergio; il mio compito invece é stato più piacevole: visitare i vari progetti sostenuti dal Centro Missionario (sostegno a distanza, ‘piaga di burulì’, scuole professionali…) per portare a casa dati aggiornati.
Il culmine di tutta la visita é stato certamente nell’Assemblea della Missione che ha visto la partecipazione di 25 frati che operano in Costa d’Avorio. Durante questa assemblea si è potuto fare il punto su ciò che si è fatto in questi anni a livello di evangelizzazione, opere sociali e di prospettive future del nostro Ordine anche per quello che riguarda l’aumento costante delle vocazioni locali e la collaborazione nella formazione dei giovani frati tra le varie circoscrizioni dell’Africa dell’ovest. L’accoglienza come il solito é stata molto cordiale e affettuosa e in tutti i conventi siamo stati ricevuti magnificamente, sia dai frati sia dalle persone del luogo.
Nonostante il nostro lavoro fosse terminato, come ci ha detto il console dell’Angola che è stato ospite nel nostro convento di Abidjan, ‘il Signore ha deciso che dobbiamo rimanere ancora in Costa d’Avorio’, infatti siamo rimasti bloccati ad Angré a causa della nube che si è sprigionata dal vulcano Islandese, in attesa che qualche aereo riparta.
fra Agostino Valsecchi