Dopo due anni, grazie a Dio e con l’aiuto dei benefattori, sfidando il rischio della pandemia, con mia moglie Angela sono ritornato nelle sconfinate terre della Pre-Amazzonia, ove Suor Fausta ha lavorato per 27 anni, in Vila Litoranea, dove inizialmente dimorava in una casa di paglia, poi in São Luis e Barra do Corda nell’interno del Maranhão. Ci siamo fermati due giorni in São Luis con le Suore che ci hanno ospitato con grande gioia; al ritorno faremo anche qui dei lavori. Poi siamo partiti in pullman per Barra do Corda viaggiando durante il giorno, e così abbiamo potuto ammirare la grande estensione di questa regione. Al convento veniamo accolti con grande entusiasmo dalle Cappuccine di Madre Rubatto, dove allora apprendiamo la notizia che il 15 maggio 2022 la loro fondatrice Madre Francesca Rubatto sarà proclamata Santa. Qui abbiamo lavorato alla manutenzione della scuola, dell’asilo Dom Valentino Lazzari e del convento, rimanendo occupati moltissimo, anche con temperature elevate e tanta umidità (38°). ra, lei come buona samaritana, si ferma, lo soccorre e gli offre quattro lire perché vada a casa e non lavori per due giorni. Lì si sta costruendo un “conventino”, destinato ad accogliere un gruppo di giovani consacrate a Dio e al servizio dei malati della cittadina di Loano. L’idea era nata nel cuore di una signorina loanese, Maria Elice, accompagnata spiritualmente dai frati Cappuccini. Doveva essere una comunità nuova, posta sotto la protezione di San Francesco e chiamarsi “Suore Terziarie Cappuccine” e vestire il saio cappuccino, ma mancava una Madre, che fosse capace e disponibile ad assumersi il compito di portare alla luce questa opera di Dio. Ora, all’età di 40 anni, deve permettere a Dio di “ribaltarle” la vita, conducendola in una via che appare piena di interrogativi e di tante incognite. Anna Maria rientra a Torino, per consultarsi con i suoi padri spirituali. Incontra anche don Bosco, decisiva è la sua opinione, che ha tutto il sapore della profezia: “Sì sì, Mariettina, il tuo Istituto andrà avanti… Non aver paura Mariettina, perché se qualche volta alla tua congregazione mancherà il pane, glielo daranno i padri salesiani … morirai in terra straniera”. Il 23 gennaio 1885 nasce l’Istituto delle suore Terziarie Cappuccine di Loano. Le prime suore andavano a servizio degli ammalati, sia di giorno che di notte, sempre gratuitamente. Per i giovani, affinché non andassero vagabondi tutta la festa con il pericolo di darsi ad ogni vizio, si aprirono i cosiddetti Oratori festivi. Il 3 maggio 1982, Madre Francesca con alcune sorelle partì per Montevideo, primo dei suoi sette viaggi verso quelle terre. In America, come in Italia, è la carità che muove il cuore di Madre Francesca. Dopo la missione in Uruguay si sposta in Argentina e poi con un viaggio lungo e avventuroso, affrontato con letizia e coraggio, accompagna sette giovani suore nella missione di San Giuseppe della Provvidenza, nel cuore della foresta amazzonica, ad Alto Alegre in Brasile. Le sette suore, in compagnia di Gesù, trascorrono due anni di generosa donazione, nel servizio della missione, in particolare delle bambine indios, che vengono raccolte per la scuola e per dare loro un’istruzione religiosa. Ed è “in compagnia di Gesù” che, il 13 marzo 1901, si consuma il finale drammatico di questa esperienza. La Madre ne è informata da un telegramma: “Indi massacrarono Padri e Suore di San Giuseppe”. La notizia risuona in ogni casa e in ogni cuore: “Sono martiri di Cristo”! Il Papa, Leone XIII, non appena ne è informato, commenta: “Sono le primizie del secolo”. Il tempo passa e si avvicina alla morte, Madre Francesca, inchiodata nel letto da una febbre continua, sintomo di un’infezione interna, si raccomanda alla Madonna, chiede più volte di fare la Comunione e muore a Montevideo il 6 agosto 1904, giorno della Trasfigurazione del Signore. San Giovanni Paolo II l’ha proclamata Beata il 10 ottobre 1993. Nel tempo le sue figlie hanno aperto missioni in Etiopia, Eritrea, Perù, Kenia, Cameroon e Malawi. Volontariato Volontariato in missione: Giuliano è ritornato in Brasile Siamo tornati con gioia dalle Suore Cappuccine 54 55 La situazione in Camerun continua ad essere difficile a causa della guerra civile e della pandemia e per garantire ai bambini del Sostegno a distanza un futuro è stato necessario trasferirli in zone più sicure. Diamo un aggiornamento raccontando lo stato di fatto e i nuovi progetti; tutto ciò è permesso grazie alla vicinanza continua di tanti benefattori. Come ormai i nostri lettori sanno, da oltre cinque anni nelle regioni anglofone del Camerun è in atto una guerra civile che oppone i separatisti al governo centrale, una guerra che oltre a lasciare dietro di sé una scia di morti, feriti e distruzioni, ha bloccato molte attività primarie, tra cui la scuola. Ai bambini è stato letteralmente impedito di frequentare le scuole, anzi, molte di esse sono state incendiate o distrutte. La maggior parte dei bambini del progetto SAD frequentavano la St. Anthony School di Mbohtong, nei pressi di Shisong, che, come tutte le scuole, ha dovuto chiudere i battenti per non mettere a rischio la vita stessa degli alunni e degli insegnanti. Per permettere ai nostri bambini del SAD di poter usufruire di questo diritto fondamentale e dare loro una possibilità per il futuro, i frati del Camerun si sono organizzati trasferendo i bambini in zone più sicure, con comprensibili disagi e enormi difficoltà. Non ultima la lingua. Ma li hanno sempre seguiti e aiutati, nonostante le distanze. Ci si è messo poi di mezzo anche il Covid che, seppur in forPurtroppo a causa della pandemia, la povertà è aumentata in modo spaventoso. Nel periodo trascorso in Barra do Corda, con il vostro grande aiuto, abbiamo confezionato dei pacchi con viveri che, insieme Suor Suzete, abbiamo distribuito personalmente a varie famiglie. In una famiglia composta da mamma, nonna e 6 figli (da 1 a 7 anni), abbiamo consegnato il pacco di viveri, comprensivo anche di tre polli; Angela ha sentito la figlia che felicissima diceva alla mamma: “Mamma oggi mangiamo carne!”. Chissà da quanto tempo non la mangiavano!!! Ringraziamo i parroci, i frati cappuccini, Fra Antonio Vegetali, missionario qui in Brasile per 20 anni, che ci ha sempre spronato, Fra Innocenzo e Fra Luis Rota, che con le loro preghiere ci hanno sempre accompagnato e sostenuto (questi ultimi hanno perfino percorso 700/800 Km per venire a trovarci). Di nuovo grazie ai benefattori che con il loro grande aiuto ci permettono di continuare l’opera che Suor Fausta aveva tanto a cuore. Un grazie grande anche alle Suore Cappuccine per la loro ospitalità. A mia moglie Angela che, oltre a sopportarmi, ha lavorato con grande impegno, in lavori pesanti, che non aveva mai fatto.