Partire, lasciare la propria casa, le proprie abitudini, i propri affetti anche per un mese, oggi diventa sempre più un’impresa, per le difficoltà che si incontrano, anche solo, per esempio, per chiedere tre settimane di ferie nei posti di lavoro, ma non solo questo.
In questa complessa impresa si sono imbattuti circa quaranta volontari che hanno deciso di vivere le proprie ferie in un modo diverso, non facendo cose particolari e strane ma mettendosi a servizio delle diverse comunità missionarie. Hanno cercato di vivere queste esperienze, come servizio accettando, non senza difficoltà, di adattarsi ad usanze e a modi di concepire la vita diversi dai nostri. Partire è anche questo, lasciare che altri di un altro mondo bussino alle porte del nostro cuore e della nostra mente, e gli chiedano di entrare.
Sentendo le prime battute dal ritorno della loro esperienza si comprende che non è stato facile aprire il proprio cuore, e condividere con altri volontari tutti i momenti della loro missione. Per questo mi vien da dire che partire è anche un po’ morire, (c’è anche un detto che dice così…), morire un po’ a se stessi, alle proprie idee sugli altri mondi e sulle altre persone. Partire è anche sperimentare quanto sia difficile adattarsi a vivere, solo per trenta giorni, senza internet, mangiando cibi diversi, parlare una lingua differente e a volta non capire… Partire significa anche prendere con sé l’essenziale e non il superfluo, significa anche lasciare la propria idea di fare il bene, pensando che sia solo dare cose, riempire di doni… no, partire significa anche cambiare la propria idea di fare il bene, e lasciarla trasformare in condivisione…
La condivisione è quella realtà che mi mette sullo stesso piano dell’altro, anzi permette all’altro di insegnarmi qualche cosa che io non so.
Vedete allora carissimi che il partire è qualcosa di più, di un semplice spostarsi di luogo, è un atteggiamento, un modo di fare che tocca anche il nostro vivere quotidiano… quasi mi vien da dire – anzi lo dico – “dimmi come parti e ti dirò chi sei”.
Proviamo allora a partire o a ripartire ogni giorno… in questo modo missionario!
Buona partenza
Fra Emilio Cattaneo